UN DECENNIO E' PASSATO

Un decennio è passato. In quel tempo una città, Genova, chiudeva ai suoi cittadini e alla popolazione del mondo. I “grandi” della terra, muniti di poliziotti, soldati, cecchini e batterie antimissile ne occuparono il centro, e, preparando lo scontro finale, allestirono la scena per una grande tragedia contemporanea.
Neanche due giorni e Carlo Giuliani, ragazzo di 23 anni, muore assassinato a Piazza Alimonda. E poi l’assalto alla scuola Diaz; e poi le torture nella caserma di Bolzaneto.
Ciò che accade accade, ma il suo fine è necessario, il nuovo ordine mondiale, infervorato dal crollo sovietico, lancia la corsa forsennata del neoliberismo più insensato, iniquo, inumano e rovinoso. Neanche Cassandra avrebbe presagito tanto presto la sua misera fine.
E il movimento? Sfollato, disperso, impaurito. Centinaia di migliaia di persone, scudo umano per il mondo intero. Una protesta sospesa, tutti a casa, ognuno nella sua stanza, testa bassa.
Con Carlo Giuliani morì una generazione, la generazione soccombente dei precari, intermittenti, espianti, sfruttati. Il 2001 è la vittoria violenta di un sistema reazionario e repressivo, di un capitalismo rapace, illiberale e affaristico che ha bisogno di individui divisi, colpibili, manipolabili.
Oggi “dieci anni or sono” e quel sistema sprofonda, il re muore e il potere perde finalmente la maschera; si possono cominciare a intravedere i contorni più chiari della realtà, della nostra realtà, e di quel passato.
È ora possibile smettere di dimenticare, rialzare la testa e rinascere, recuperare la memoria e coordinare fatti anche lontani, “mettere insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico”, e soprattutto “ristabilire la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero” (da Eschilo a Pier Paolo Pasolini).
Dunque, era tutto vero. La maledizione può dissolversi tra le pieghe di vecchi falsi miti e di opache novecentesche ambizioni. E si può riprendere il cammino, saldamente, insieme, verso l’ignoto…
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