Mag04

IL SEGRETO DEGLI ARTISTI

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IL SEGRETO DEGLI ARTISTI

Non ho mai creduto alla felicità di due cuori e una capanna, anche perché una capanna per il fatto di essere abitata da due cuori, non per questo diventa una reggia. E di regge hanno bisogno gli artisti, e di re e di mecenati e di gente che crede nel bello, cosa sempre più improbabile in questa società di ragionieri.

Avete tramutato la vostra abissale sofferenza in dolcezza e intimità, se siete artisti trasformatela in forza e urlo, perché sorde sono divenute le orecchie dei più, sensibili solo al tintinnio del denaro, garanzia di quella sicurezza a cui voi avete rinunciato. E la vostra rinuncia non deve essere silenzio e neppure abbraccio di consolazione, ma deve partorire bellezza.
Oggi la vita degli artisti è la più coraggiosa e nella loro sofferenza c’è ad un tempo quel che può proteggere dal male e può dispensare dal benessere. Perché la loro sofferenza è lo stato di eccesso di cui il benessere è soltanto privazione che tutte le persone benestanti hanno evitato per paura. Non raccoglietevi nella vostra intimità ma raccontate la loro paura.
C’è infatti in voi artisti qualcosa che nessun medico capirà mai. Voi siete al di fuori o al di sopra della vita, e avete dei mali che l’uomo comune non conosce. Voi superate il livello normale, è di ciò che gli uomini vi accusano. Avvelenate la loro quiete, dissolvete la loro stabilità. Non spegnete nell’intimità quel vostro dolore irreprimibile che è quello di essere inadatti a qualsiasi stato conosciuto. Raccontate agli adattati quel residuo di speranza che è il non-adattamento. Mettetevi in scena. E alla fine, non so se nel compatimento o nel turbamento, ve ne saremo grati.

Queste sono le parole di Umberto Galimberti in risposta ad una lettera inviata allla sua rubrica sulla rivista D di Repubblica del 14 marzo 2000.

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Tourbillon

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