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LETTERA AD ANNO ZERO

inserito da // Andrea de Goyzueta Categories // Contemporaneità

LETTERA AD ANNO ZERO

Cara Redazione di Annozero,
sono un attore e un imprenditore teatrale ed ho avuto un sincero moto di commozione nel vedere su rai due, in prima serata, sollevare i problemi del mondo dello Spettacolo e della Cultura.

E’ fondamentale far sapere che il FUS è oggi ai minimi storici – circa 400 milioni di euro previsti per il 2010 e 307 milioni per il 2011! Che quando fu costituito era di circa 800 miliardi di lire – ed erano gli anni ’80! Che rispetto alla media di tutti gli altri paesi europei l’Italia investe tre volte di meno, la Francia, senza contare il cinema, stanzia circa 900 milioni di Euro! E’ fondamentale far sapere che era il 1965 quando i due economisti americani W.J. Baumol e W.G. Bowen dimostrarono empiricamente che il settore dello spettacolo dal vivo necessita del finanziamento pubblico, in quanto, a differenza degli altri settori produttivi, è vittima della “malattia dei costi”. Essendo un settore a produttività stagnante, vale a dire non soggetto alle evoluzioni tecnologiche (per fare un Amleto ci vuole lo stesso numero di attori che ce ne volevano nel ‘600, per fare un concerto di musica da camera non si può rinunciare a nessuno degli strumenti che lo spartito prevede) i ricavi saranno sempre inferiori ai grandissimi costi di allestimento e di rappresentazione – raiperunanotte ci può confermare! Sempre empiricamente è stato dimostrato che la cultura oltre a educare e formare la società e a migliorare la qualità della vita, crea un considerevole indotto economico connesso allo sviluppo delle filiere produttive ad esso legate…e sono studi economici, non c’è nessun romanticismo! E dunque evitiamo pericolosi passi indietro! E’ fondamentale far sapere che dal fondo Unico dello Spettacolo dipendono centinaia di migliaia di lavoratori – solo gli stipendi dei 1000 parlamentari arrivano a circa 250 milioni di euro! E’ fondamentale far sapere che le imprese di produzione che beneficiano del finanziamento pubblico, a fine anno restituiscono circa l’80 % del premio con il pagamento di imposte e tasse. La situazione è gravissima: nell’ultimo anno la maggior parte dei teatri non paga le compagnie e le compagnie non pagano attori, tecnici e maestranze; vendere uno spettacolo è sempre più difficile perché i teatri riducono le ospitalità; sembra che la strategia del governo sia quella di soffocare il maggior numero di imprese di produzione, così da ridurre naturalmente la somma stanziata per il Fus; tanti colleghi che hanno investito la loro vita nel teatro cominciano a cambiare lavoro. Vi chiedo dunque di continuare a dar voce al nostro disagio…grazie e complimenti per la trasmissione…il collegamento con il dietro le quinte del Maggio Fiorentino a spettacolo in corso è stato davvero emozionante.

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Andrea de Goyzueta

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